Per quale motivo i pazienti affetti da sindrome diabetica del piede non si preoccupano dei propri piedi?
La causa di questo atteggiamento è la polineuropatia; con la perdita della sensibilità viene a mancare anche la soggettività riguardo a questa regione del corpo.
Non solo la funzione d’allarme del dolore è perduta, ma anche la naturale attenzione e cura nei riguardi di una parte di se.
Ciò che viene interpretata dal medico curante come scarsa collaborazione del paziente è in realtà la sua incapacità di implementare le misure che gli vengono suggerite; e questo a causa della sua mutata economia interna.
A fronte di questo stato di cose le campagne informative e l’istruzione dei pazienti non sono sufficientemente incisive.I problemi medici riguardanti la sindrome del piede diabetico sono ampiamente chiariti; ciò nonostante il numero delle amputazioni tende ad aumentare.
Quali sono le cause di questa tendenza? Gli interessati si presentano troppo tardi dal medico? Il medico sottovaluta la situazione? La risposta potrebbe trovarsi altrove.
I consigli che vengono dati ai pazienti sono tanto banali quanto efficaci:
- Controllare quotidianamente con attenzione i propri piedi alla ricerca di eventuali cambiamenti.
- Comperare scarpe della giusta misura.
- Non camminare (a piedi nudi) scalzi.
- Non utilizzare utensili affilati e/o appuntiti per la cura delle unghie.
Le direttive per i medici sono pure tanto banali quanto efficaci:
- Ispezionare regolarmente i piedi dei pazienti diabetici
- Utilizzare il diapason per verificare la sensibilità e controllare le pulsazioni.
In caso di neuropatia prescrivere calzature adeguate
- Se il piede presenta ferite: Scarico mirato, terapia antibiotica e trattamento della ferita.
- In caso di circolazione periferica ridotta dilatare le arterie o eseguire dei bypass.
Con queste semplici misure si potrebbe ridurre drasticamente il numero delle amputazioni, se non evitarle addirittura.
I PAZIENTI SI DISINTERESSANO DEI PROPRI PIEDI
Nonostante tutta la sensibilizzazione, i programmi d’istruzione speciali e le direttive scientifiche il numero delle amputazioni non accenna a diminuire.
Non sussistono aspetti riguardanti il trattamento della sindrome del piede diabetico che non siano ampiamente chiari, eppure gli esiti terapeutici non migliorano.
L’unico problema che rimane da risolvere è quello relativo allo scarico delle ferite, i pazienti continuano a camminarci sopra, non utilizzano le ortesi che sono state loro prescritte, portano calzature troppo strette, ect. In qualche modo sembra che la questione non li tocchi direttamente.
I MEDICI ATTENDONO TROPPO A LUNGO, NON SONO SUFFICENTEMENTE DECISI
Dall’altro lato della barricata: si ha l’impressione che i medici tendano a sottovalutare la gravità delle ferite e la minaccia che esse costituiscono; esitano troppo a lungo prima di applicare una terapia adeguata e conseguente; in questo modo molto tempo prezioso viene perso sia per il medico che per il paziente.
Tutti i precedenti tentativi di sensibilizzazione degli interessati, cosi come ogni tentativo di risolvere la questione sono miseramente falliti. In quest’ottica appare necessario andare oltre gli orizzonti della medicina organica; ciò rende l’argomento più complesso, l’autore si scusa col lettore.
Dal punto di vista di Medici, Infermiere diabetologhe, podologi, i pazienti si presentano con le loro ferite troppo tardi. Spessa si riscontrano estese porzioni di tessuti danneggiati, che non possono più essere trattate conservativamente. A causa di questo i pazienti vengono spesso rimproverati duramente.
LA POLINEUROPATIA COME CAUSA DI TUTTI I PROBLEMI
A Monte di tutte queste problematiche sta la polineuropatia diabetica: con l’aumentare della glicemia lo zucchero tende a infiltrare incontrollatamente tutti i tessuti del corpo, compreso il sistema nervoso. Il danneggiamento dei nervi avviene in due modi; i nervi più piccoli vengono danneggiati per primi; I nervi più lunghi degenerano a partire dalla periferia. La polineuropatia diabetica comincia quindi dai piedi: Il danneggiamento dei piccoli nervi causa la perdita della secrezione delle ghiandole sudorifere. A causa di ciò la pelle secca e si screpola. Il danneggiamento dei nervi lunghi porta alla perdita della sensibilità al dolore con importanti conseguenze per l’intera personalità dell’ individuo.
LA POLINEUROPATIA CAMBIA L’INTERA PERSONA
Per altre malattie vale una costante: ci sono sintomi ben chiari che il paziente percepisce. La polineuropatia invece modifica l’intero individuo. Questo può suonare strano su due piedi e richiedere perciò una spiegazione:
Nella nostra percezione di noi stessi siamo composti da corpo e anima (consapevolezza). Seguendo questo modello la psicosomatica si occupa di entrambe le componenti del sistema. Sulla base di ciò si può affermare che i pazienti affetti da polineuropatia diabetica sarebbero in grado di prestare maggiori attenzioni ai propri piedi, se solo venissero istruiti adeguatamente.
CORPO E ISOLE CORPOREE POSTO DI ESTREMITÀ
Oltre agli aspetti del corpo fisico e della consapevolezza va considerata un ulteriore dimensione. Quella indicata col termine tedesco “Leib” che può venire approssimativamente tradotta con “corpo emozionale” . Per cercare di identificare e contestualizzare questo elusivo termine si può provare a tastare il proprio corpo ad occhi chiusi. Si noterà che la risposta sensoriale a questa stimolazione non è uniformemente distribuita sulla superficie corporea come lo è stata la palpazione, bensì sarà raggruppata in determinate aree del corpo che chiameremo isole corporee . La loro distribuzione è individuale, ma alcune sono comuni a tutti, nella fattispecie l’isola corporea della bocca (zona orale) , quella della stomaco, quella perineale e le due isole corporee dei piedi.
AMPUTAZIONI E IL FENOMENO DELL’ARTO FANTASMA
Il fenomeno delle isole corporee venne studiato a fondo sui reduci della I Guerra mondiale che avevano subito delle amputazioni e soffrivano di dolori fantasma. Sorprendentemente molti pazienti descrivevano gli stessi sintomi localizzati negli arti mancanti. Nonostante l’assenza dell’arto la percezione del “corpo emozionale” rimaneva intatta, i dolori fantasma sono quindi “corpo emozionale ” senza corpo fisico. I risultati di questo studio sono vecchi e di conseguenza non godono di molta considerazione nella diabetologia o nella medicina in generale. Sono infatti finiti nel dimenticatoio . Sarebbe tuttavia indicato che i medici che hanno in cura pazienti diabetici ripassassero l’argomento.
NEUROPATIA: L’AMPUTAZIONE INTERIORE
Se continuiamo su questa traccia l’analogia tra polineuropatia e sindrome dell’arto fantasma è evidente. In un caso si tratta di corpo emozionale senza corpo fisico, nell’altro del contrario: corpo fisico senza corpo emozionale. E’altresì possibile vedere le proprie gambe e i propri piedi, ma le corrispettive “isole corporee” sono state sommerse dalla polineuropatia. Si può parlare di amputazione interiore. In antropologia si parla di contrazione delle “isole corporee”. Spontaneamente l’uomo vive in un mondo di percezioni e di isole corporee. Questo viene anche definito come il mondo della soggettività. È questo mondo delle soggettività che ci spinge ad agire: nessuno andrà mai dal medico lamentando un PH nello stomaco troppo alto, bensì brucior di stomaco!
LA CURA / INTERESSE PER I PIEDI SI È PERSA
Il dramma di fondo della polineuropatia diabetica consiste nel fatto che la perdita della sensibilità nelle estremità inferiori comporta un abbandono del campo da parte della “soggettività”; essa si ritira dalle isole corporee dei piedi. I pazienti affetti da polineuropatia diabetica considerano i loro piedi come oggetti estranei appartenenti al mondo circostante. Non viene persa soltanto la funzione (protettiva) d’allarme del dolore, si smette di preoccuparsi delle proprie estremità inferiori.
NON PIÙ COI PIEDI SALDAMENTE PIANTATI PER TERRA
La polineuropatia ha altre conseguenze: non ci si sente più coi piedi per terra: spesso vengono comprate scarpe di 1-2 numeri più piccole. Una scarpa della misura adeguata non viene percepita, si ha l’impressione di essere scalzi. Se viene indossata una scarpa stretta la pressione cosi esercitata compensa il deficit sensorio. Ovviamente ferite ed ulcerazioni sono la logica conseguenza. La soggettività perduta e l’insensibilità al dolore spiegano la tendenza dei pazienti a non portare scarpe adeguate, a non utilizzare le ortesi ricevute o a essere andati con le pantofole a far la spesa, caricando ulteriormente ferite già aperte. Spesso i pazienti soffrono anche di retinopatia e hanno già interventi oftalmologici alle loro spalle. Questo impedisce loro di vedere i propri piedi, allontanandoli cosi completamente dalla propria percezione. Il fattore di rischio non fa che aumentare.
I PAZIENTI DANNO SEGNALI FUORVIANTI AL MEDICO
Un ulteriore conseguenza della perduta soggettività sta nel fatto che i pazienti danno indicazioni completamente errate al medico: nonostante ferite anche grottesche affermano che è tutto in ordine, non c’è da preoccuparsi. Questo potrebbe in parte spiegare perché i medici talvolta non agiscono con la necessaria tempestività. D’altra parte i medici non sono in grado di comprendere la mutata soggettività dei loro pazienti. I pazienti vengono tacciati di scarsa collaborazione, L’atteggiamento passa dall’aggressione al cinismo alla rassegnazione. Soprattutto quando le indicazioni appena fornite (comprare le scarpe al pomeriggio, non camminare a piedi nudi, non usare forbici per la pedicure) sono già state dimenticate. Un approccio approfondito e antropologicamente corretto potrebbe aiutare a migliorare la comprensione reciproca.
LE MISURE DI SENSIBILIZZAZIONE DA SOLE NON BASTANO
La polineuropatia diabetica modifica l’intero individuo e rimane una minaccia per i suoi piedi vita natural durante. Non si tratta di un semplice problema di conduzione di impulsi nervosi, la persona modifica la propria percezione di sé. Istruzione e sensibilizzazione non cambiano questo stato di cose; i pazienti non sono in grado di eseguire i consigli loro forniti perché non possiedono gli strumenti adeguati per farlo; e ciò non ha nulla a che fare con “scarsa cooperazione”. Una volta diagnosticata la polineuropatia, il paziente deve reagire con un’attenzione maggiorata; il medico deve intensificare i suoi controlli e deve esercitare pazienza, quando i suoi suggerimenti non vengono applicati. Tutto questo richiede da entrambe le parti una comprensione reciproca maggiore di quella richiesta da altre patologie più “triviali”. Una ricetta semplice per la soluzione del problema non esiste, la complessità intrinseca della patologia non lo permette.